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  • [IF YOU CAN DREAM IT, YOU CAN DO IT.]
  • [Il progresso si deve alla forza delle personalità, non dei principi.]
  • [SUCCESS IS NOT GIVEN, IT IS EARNED.]
  • [IL LAVORO NON SI CERCA, SI CREA.]
  • [La massima saggezza confina con la più grande follia.]
  • [ABBIAMO SCOLPITO IL NOSTRO CARATTERE, ROBUSTO COME UNA QUERCIA SECOLARE, PRONTI A SOPPORTARE I COLPI D'ASCIA DELLA VITA.]
  • [La coerenza è il fondamento della virtù.]
  • [IL FUTURO è UNA CONQUISTA NON UN REGALO.]
  • [Il vostro tempo è limitato, quindi non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Siate affamati, siate folli!]
  • [SE AGGIUNGI POCO AL POCO - MA DI FREQUENTE - PRESTO IL POCO DIVENTERà MOLTO.]
  • [Il coraggio è resistenza alla paura e dominio della paura.]
  • [NON LA FORZA, MA LA COSTANZA DI UN ALTO SENTIMENTO FA GLI UOMINI SUPERIORI.]
  • [QUALITÀ SIGNIFICA FARE LE COSE BENE QUANDO NESSUNO TI STA GUARDANDO.]
  • [CREDERCI SEMPRE, ARRENDERSI MAI.]
  • [è DIFFICILISSIMO PARLARE MOLTO SENZA DIRE QUALCOSA DI TROPPO.]
  • [NON CERCARE UNA COLPA. TROVA UN RIMEDIO.]
  • [MEMENTO AUDERE SEMPER.]
  • [PIù I SOGNI SONO GRANDI PIù è GRANDE LA FATICA.]
  • [è UN PECCATO IL NON FARE NIENTE COL PRETESTO CHE NON POSSIAMO FARE TUTTO.]
  • [THE BEST IS YET TO COME.]
  • [Gli ottimisti danno il benvenuto al futuro, i pessimisti lo temono.]
  • [Le strade della lealtà son sempre rette.]
  • [LA FORTUNA NON ESISTE, LA COSTRUIAMO NOI OGNI GIORNO.]
  • [LA FORTUNA NON DONA MAI, PRESTA SOLTANTO.]
  • [FAILING TO PLAN IS PLANNING TO FAIL.]
  • [FALL SEVEN TIMES, STAND UP EIGHT.]
  • [LA STESSA TENACIA DELLA GOCCIA CHE SCAVA LA PIETRA.]
  • [VOLERE è POTERE.]
  • [NON ASPETTARE IL MOMENTO OPPORTUNO. CREALO.]

Le emoji: il linguaggio vincente

Le emoji, ormai, sono il linguaggio del secolo e, difatti, l’Oxford Dictionary ha consacrato la faccina che piange di gioia come la parola dell’anno.

Le emoji: il linguaggio vincente
L’Oxford University ha proclamato l’emoji della faccina che piange di gioia come parola dell’anno in questi termini: “proprio così, per la prima volta, la Oxford Dictionaries Word of the Year è un’ immagine“. In virtù del fatto che l’emoji, simbolo di origine giapponese a metà  strada tra “immagine” e “scrittura”, declinando la potenza espressiva della lingua in una faccina che ne eleva il potere comunicativo, vince sulle semplici parole. Ma  perché questa scelta e perché proprio questa emoji?
Ebbene, ciò altro non è che il risultato di una ricerca dell’Oxford University Press in collaborazione con la società hi-tech SwiftKey che dimostra proprio che la faccina che piange di gioia è risultata la più utilizzata a livello globale: rappresenta, infatti il 20% di tutte le emoji inviate dai britannici e il 17% di quelle digitate dagli statunitensi.
Di conseguenza, la stessa parola emoji è entrata a pieno diritto nel linguaggio comune, con il suo uso che è più che triplicato nel corso di quest’anno.
La storia delle Emoji rivela un’origine incerta, che si fa  risalire al 1862 quando Abramo Lincoln ne trascrisse una come mostrato dalla figura qui sotto:
lincoln
Ma la consacrazione ufficiale viene comunemente ritenuta nel 1982 quando il professor Scott Fahlman della Carnegie Mellon University, nel fare una battuta e per evitare fraintendimenti, contrassegnò il messaggio con uno smile: “:-)” e invitò gli altri a seguire il suo esempio. Recentemente le emoticon hanno subito una trasformazione, la più importante di sempre: sono diventate emoji grazie a una società di comunicazione giapponese che le ha digitalizzate, rendendole “animate” anche in assenza di animazione.
Diversi studi che si sono occupati del linguaggio del secolo, dimostrano quanto preponderante sia diventato negli ultimi anni, l’uso di queste faccine, sia per l’immediatezza d’impatto che, per il carico emotivo con esse mostrato. Al riguardo, infatti, lo studioso dottor Owen Churches della scuola di psicologia alla Flinders University di Adelaide, chiarisce che il successo delle faccine risiede nella capacità umana di essere attratti dai volti umani più che da qualsiasi altra cosa e dal momento che le emoji altro non sono che dei visi stilizzati, la loro ascesa era prevedibile. Inoltre, con il suo studio, ha mostrato che le aree del cervello che si attivano nel riconoscimento di un’emoji sono le stesse di quelle coinvolte nel riconoscimento dei volti, e a tal proposito sostiene che: “per codificare il nuovo linguaggio abbiamo sviluppato un  nuovo modello di attività cerebrale”.
 
Da ciò si evince, come  le semplici faccine stilizzate dell’emoji che hanno avuto il  merito di unire le immagini alle lettere, siano diventate uno strumento potentissimo, proprio perché colmano il limite delle sempre più diffuse comunicazioni virtuali, l’onnipresente aspetto emotivo delle comunicazioni personali.E con queste premesse, era scontato che le aziende non si lasciassero sfuggire la possibilità di utilizzare questo strumento per adeguarsi alla modernità, risultare più socievoli e aperti al cambiamento e poter così attrarre anche i clienti più scettici, grazie alla simpatia delle faccine.
Ed eccone alcuni esempi: comincia Chevrolet che nel giugno 2015 emana proprio un intero comunicato stampa in lingua emoji, invitando e coinvolgendo il pubblico a  decifrarlo:
cherv
Un esempio solidale, inoltre è quello del WWF che grazie al tweet che segue, permette a coloro che cliccheranno su una qualsiasi emoji animals, di donare 0.10 centesimi per salvare le specie più a rischio.
wwf
Un altro esempio ancora, è quello di Domino’s Pizza che consente agli utenti di Twitter di ordinare una pizza proprio grazie alle emoji.
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Infine un ultimo esempio di utilizzo di emoji in un’ottica di marketing, lo offre Burger King che invita i propri clienti ad esprimere i propri sentimenti tramite le emoji.
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In conclusione, questa breve carrellata di esempi mostra quanto indispensabile sia diventato l’uso delle emoji e come  le diverse aziende si stanno adeguando a questa imperversante tendenza. In fondo chi usa le emoji:
 
- è più popolare sui social;
- ha una migliore performance di comunicazione anche nei contesti formali;
- aiuta il ricevente del messaggio nell’accettare le critiche;
- viene ritenuto più competente e cordiale;
- e dulcis in fundo,è più felice.
 
Quindi, ben venga un utilizzo delle emoji che dia il via libera alla condivisione di emozioni e di empatia nei social e in rete in generale.
 
 
 

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